Wednesday, July 27, 2005

25 anni dopo

25 ANNI DOPO

Maria Teresa Magliozzi (in arte Virgoletta)



Era stato il mio primo amore.

Matteo – Marini - che – gli - puzzano – i - calzini.

Avevamo entrambi 7 anni: lui era biondo rossiccio, con gli occhi verdi e le lentiggini, un sorriso aperto e tanta vitalita’ e gioia di vivere. Io, un bambina coi riccioli alla Shirley Temple, sognatrice e romantica ante litteram, argento vivo addosso e cuoricino d’oro.
C’eravamo conosciuti in prima elementare. Lui era un tipino intraprendente, a capo della “banda dei ragazzi”, che non ammetteva femmine al suo interno. Io non m’ero arresa, e gli avevo detto: “E se vi fate male con l’ortica, chi vi cura, se non le crocerossine?” , e cosi’ ci aveva ammesso, Valentina Valentubo, Letizia ed io, a far parte del suo entourage.
Che allegria, le spedizioni nell’erba alta e i percorsi di guerra! ”Percorsi”, che sarebbe poi rimasto il mio gioco preferito: inventarsi un itinerario impossibile, con corse, salti e strusciate per terra, con dietro qualcuno al seguito.
Gli piaceva Candy © Candy. Ma solo quando faceva le facce buffe, pero’. Fu lui a cedermi una preziosa figurina che gli aveva dato Annalisa, la Regina delle Ragazze, scatenando la sua ira gelosa di me.

Mi trovavo bene con lui.

E un giorno glielo dissi. Senza ritegno.
Fu durante una lezione di ginnastica. Eravamo senza le scarpe, coi soli calzini. Mi alzai in piedi di scatto e gli gridai: “Matteo, io ti amo!”, e poi fuggii via, fra l’ilarita’ di tutti.
Che stupida ero stata! Piansi tutte le mie lacrime nel nascondiglio che m’ero trovata.
Finche’ non mi ritrovarono. Lui era a meta’ fra il perplesso e il compiaciuto.
Finche’ non giunse, quel maledetto giorno.
Quello della mia partenza da Pistoia.
E del mio mancato addio.

Ma l’ho ritrovato, il mio Matteo.

In un altro bambino, con lo stesso nome.

25 anni dopo.

Ad una festa di amici.

Figlio della miglior “capa” del mondo, la mia.

Abbiamo chiacchierato, riso e giocato insieme.

A calcio, baseball e nascondino.

E quando e’ giunto il momento di salutarci, lui ha cantato per me.

E ci siamo scambiati gli indirizzi per scriverci.

Si muta in gioia, il rimpianto.

Per cio’ che era perduto, e dopo 5 lustri e’ stato ritrovato.

L’amore puro, di un bambino.

2 Comments:

Blogger Matteo Marini said...

Io dovrei essere quel Matteo Marini che gli puzzano i calzini (evidentemente dato inconfondibile e che rimane nella memoria)! E sono anche di Pistoia. Come dici tu io ero troppo impegnato a giocare e non consideravo le ragazze (cosa che ho poi ampiamente scontato). Il racconto mi è piaciuto. Sentiamoci!

1:33 AM  
Blogger Matteo Marini said...

Ma te puoi rispondere al commento? boh.

1:47 AM  

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